20 novembre 2024 - Dieci domande sulla violenza.
Mercoledì 20 novembre, alle 9:30, nell'Aula Magna di Santa Lucia (Via Castiglione, 23 - Bologna), la scuola partecipa a "Dieci domande sulla violenza", evento riservato alle studentesse e agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. La manifestazione è stata organizzata da Alma Mater, Comune di Bologna, Città Metropolitana e Patto per l'Uguaglianza, in occasione della "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne"
Le studentesse e gli studenti delle scuole di Bologna incontreranno Gino Cecchettin e avranno modo di confrontarsi con enti di formazione professionale e Università di Bologna, con i Centri Antiviolenza e con i Centri per Uomini Autori di Violenza di Bologna metropolitana ribadendo il loro impegno per contrastare e denunciare ogni forma di violenza.
Gli studenti e le studentesse delle classi 5F e 5G hanno portato il loro contributo realizzando e presentando “It’s a dress not a yes”, un video che affronta tematiche legate al modo di vestire delle donne, evidenziando i brand che hanno manifestato dissenso nei confronti della violenza liberandole da pregiudizi e stereotipi.
Discorso Gino Cecchetin
È stato un discorso molto personale e toccante quello che Gino Cecchettin ha tenuto davanti a centinaia di studentesse e studenti di diverse scuole bolognesi, raccolti in silenzio nell’Aula Magna di Santa Lucia all’interno dell’iniziativa “Dieci domande sulla violenza”, organizzata dalla Città Metropolitana di Bologna e dell’Alma Mater Studiorum, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Cecchettin ha parlato a ragazze e ragazzi da padre nell'aula gremita, commuovendo tutti:
“La vita di Giulia era fondata sull'amore, sull’altruismo e sulla bontà. Infatti la Fondazione Giulia Cecchettin si fonda su questi principi, e dico a tutti i ragazzi: combattete le violenze quindi combattete con tutte le forze che avete, non cercate l’individualismo ma cercate di contribuire anche alla società con la collaborazione, dando una parola di conforto; alle volte bastano anche delle parole di incoraggiamento per far uscire da una relazione che magari può essere pericolosa.”
Di qui l’invito ai ragazzi a riconoscere le proprie emozioni, esternarle, ma soprattutto a condurre vite libere, inseguendo le proprie passioni e concentrandosi sulle emozioni positive.
Questo è un piccolo frammento del messaggio del papà di Giulia che ha risuonato in una sala silenziosa e attenta. Il senso è quello di capire cosa si può fare per contrastare il fenomeno fin dai primissimi segnali.
E come hanno detto i nostri ragazzi di 5G e 5F nel video: “Fate Rumore”...non si può più tacere ed accettare tutto ciò.